Biografie sintetiche di alcuni anarchici modenesi

Antonio Gramantieri

Antonio Gramantieri nasce a Lugo di Romagna (RA) il 27 novembre 1898 da Giuseppe e Maria Margotti, verniciatore. Proveniente da una famiglia “sovversiva”, partecipa alla Prima guerra mondiale, trasferendosi poi a Modena. Mutilato di guerra, nei primi anni del fascismo è continuamente perseguitato, perciò nel 1923 decide di trasferirsi in Francia. Tornato in Italia fissa la sua residenza a Torino trovando lavoro come verniciatore alla FIAT. È ammonito nel novembre 1935 (ma il prefetto lo aveva proposto per il confino) perché pronuncia “frasi oltraggiose” all’indirizzo del duce, e per questo è schiaffeggiato da un operaio fascista che gli lavora vicino. A causa di questo episodio è licenziato dalla FIAT e fa ritorno a Modena. Nel 1940 è in carcere ad Asti, e una volta libero si trasferisce ad Alba (CN). Durante la Resistenza è partigiano nella 48° Brigata Garibaldi che opera nelle Langhe. Nel dopoguerra ritorna a Modena e aderisce alla Federazione anarchica. Nel maggio del 1947 è denunciato con un altro compagno Carlo Venturelli, per aver diffuso dei manifesti antimilitaristi. Processati nel 1950, sono assolti dal fatto specifico per insufficienza di prove, ma condannati in ogni modo a due anni di reclusione, poi condonati, per istigazione alla disubbidienza. Negli anni successivi continua ad aderire al movimento anarchico, non mettendosi però più in evidenza. Muore a Modena il 30 maggio 1973.
 
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